A conclusione di un’istruttoria avviata su segnalazione, tra gli altri, di De Cecco e dopo aver acquisito il parere favorevole dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Autorità Antitrust ha condannato la rivista Il Salvagente per aver violato il Codice del Consumo sotto molteplici profili, ponendo in essere delle condotte gravemente lesive dei diritti dei consumatori.
In particolare, accogliendo integralmente la segnalazione di De Cecco, l’Autorità Antitrust ha innanzitutto contestato a Il Salvagente di aver rilasciato ad alcune imprese una certificazione di qualità (denominata “Certificazione Zero Truffe”) “suscettibile di ingannare i consumatori riguardo alle caratteristiche del prodotto/servizio cui si riferisce e dell’azienda che lo produce” in quanto li induce erroneamente a ritendere che “le aziende che si fregino della certificazione siano superiori alle altre sia sul piano qualitativo sia su quello della diligenza professionale”. In realtà Il Salvagente non è un ente certificatore riconosciuto a livello istituzionale ed è dunque privo del potere di concedere certificazioni terze e imparziali. Secondo l’Antitrust la “Certificazione Zero Truffe” è un mero strumento di marketing rilasciato da Il Salvagente a fronte del pagamento di un corrispettivo e sulla base di verifiche effettuate “su commissione” e “di comune accordo” con l’impresa che richiede il bollino.
L’Autorità Antitrust, inoltre, ha condannato Il Salvagente anche per aver diffuso tramite la propria rivista analisi che mettevano in discussione la reale qualità “extravergine” di alcuni olii di oliva commercializzati in Italia, tra cui quello di De Cecco. Al riguardo, l’Antitrust ha rilevato che tale analisi è stata svolta con una metodologia scorretta e in contrasto con quanto previsto dalla normativa comunitaria. Il Salvagente si è rifiutato di prendere in considerazione i test di laboratorio effettuati da alcuni produttori, tra cui De Cecco, che dimostravano come – diversamente da quanto riportato dalla rivista – il proprio olio fosse di qualità eccelsa e avesse effettivamente le proprietà organolettiche per potersi fregiare del titolo di “olio extravergine di oliva”.
Con il proprio provvedimento, l’Autorità Antitrust – oltre a comminare una sanzione pecuniaria – ha espressamente diffidato Il Salvagente dal continuare a diffondere la “Certificazione Zero Truffe” o certificazioni analoghe e dal pubblicare in futuro sulla propria rivista analisi che, al pari di quelle oggetto di contestazione, siano svolte in modo scorretto e siano tali da alterare le scelte commerciali dei consumatori.